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Ci chiediamo come affrontare le nuove sfide portate dall’accelerazione della globalizzazione, dalle nuove tecnologie, dalla velocità dei cambiamenti?

Come prepararci per affrontare un presente e un futuro pieno di cambiamenti continui? Come dovrebbe cambiare il nostro sistema educativo/scolastico? Non ho la presunzione di rispondere a queste macro domande, ma sono d’accordo con lo psicologo Howard Gardner nel sostenere che tali trasformazioni richiedono nuovi apprendimenti, un nuovo modo di pensare la scuola e il lavoro.

Howard Gardner, padre della teoria delle intelligenze multiple, nel suo ultimo saggio “Cinque chiavi per il futuro” parla delle intelligenze che a suo avviso dovremmo sviluppare in futuro. Come ogni teoria innovativa è ancora in fase di sperimentazione, ma può farci riflettere.

Le cinque chiavi per il futuro da lui definite sono le intelligenze: disciplinare, sintetica, creativa, etica e rispettosa. La prima che prende in esame è quella disciplinare che consiste nel padroneggiare una disciplina, ma che non si limita a una conoscenza mnemonica di contenuti, ma prevede un’approfondimento continuo di una disciplina di studio o di una professione; un’assimilazione di contenuti arricchita da riflessione personale.

Questa intelligenza a mio avviso allena la mente e il pensiero, è fondamentale imparare a pensare e lo studio (con questo stile riflessivo e di miglioramento continuo) mi sembra uno degli esercizi migliori. Questa ci permette di saper applicare le conoscenze apprese in nuovi contesti, leggendo la realtà attraverso vecchi saperi.

L’intelligenza sintetica ci salverà in futuro dall’infinita mole di dati da cui siamo inondati. Sarà fondamentale saper cogliere informazioni da diverse fonti, analizzarle ed elaborarle al fine di renderle comprensibili per noi stessi e per gli altri. Questa intelligenza ci aiuta ad organizzare i dati in modo che siano fruibili per tutti. Dopo aver appreso la conoscenza e la sintesi occorre innovare, ecco l’intelligenza creativa, quella che supera conoscenze e sintesi esistenti per porre nuove domande e offrire nuove soluzioni. Quest’ultima ci differenzia dalle macchine e dai PC. Occorrerebbe educare alla creatività, conservare questa facoltà fortemente presente nei bambini, ma che in età adulta ha bisogno di alimentarsi di competenza e flessibilità mentale.

L’intelligenza rispettosa, invece, è quella capacità di reagire alle diversità tra individui e gruppi in modo empatico e costruttivo, si sforza di comprendere il diverso e di collaborare insieme. Per allenare questo tipo di intelligenza occorre dare molta importanza alla formazione in ambito sociologico, umanistico, letterario e artistico. In ambito scolastico si dovrebbero simulare situazioni che aiutino a coltivare rapporti rispettosi. Ormai tutte le classi sono naturali laboratori interculturali, eppure sentiamo continuamente parlare di atti di razzismo. Educare al rispetto è più di tollerare e l’apprendimento più forte è quello esperienziale.

Infine, abbiamo l‘intelligenza etica, è quella abilità di riflettere sulle caratteristiche del proprio “ruolo” sociale, sia nell’ambito lavorativo che all’interno della propria comunità. È la ricerca di coerenza tra le idee, i valori e le azioni che caratterizzano la persona. Questa intelligenza comporta una capacità di astrazione in cui l’individuo deve essere capace di porsi fuori dal quotidiano per farsi domande relative alla natura del proprio lavoro e del proprio ruolo nella società. Vuol dire domandarsi cosa comporta essere un avvocato/psicologo/insegnante… oggi? Cosa si è tenuti a fare per gli altri? Questa intelligenza ci porta a definire il significato del nostro essere e a fare per il bene non solo nostro, ma di tutti. Vuol dire cercare l’eccellenza nel lavoro, saper collaborare con gli altri e trasmettere il proprio sapere e la propria competenza alle generazioni future.

Queste cinque intelligenze non so se siano le chiavi per il futuro, ma mi sembrano cinque aspetti molto efficaci nella vita lavorativa e comunitaria che possiamo coltivare fin da subito!

DI ANGELA MAMMANA
FONTE: CITTÀ NUOVA

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