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Psicologia e Comunione - Presentazione introduttiva  

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Grazie a ciascuno di voi per essere qui e per avere accettato l’invito a partecipare a questo incontro. Si tratta di un incontro culturale che vorremmo sviluppare insieme a voi con un genuino spirito di dialogo e attraverso un autentico ascolto reciproco.    

 Ci sembra opportuno iniziare presentando, seppur brevemente, la realtà culturale di Psicologia e Comunione, le sue radici originarie, i suoi obiettivi e i suoi sviluppi. Innanzi tutto occorre dire che Psicologia e Comunione nasce proprio qui, nella vostra terra, a Malta. Infatti, è l’Università di Malta che, il 26 febbraio del 1999, conferisce a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, la laurea h.c. in Psicologia.

      A Chiara Lubich viene conferito questo dottorato, per avere sostenuto, si afferma nella motivazione, “una visione integrale della persona umana nel campo della psicologia” e per aver offerto “una chiave ermeneutica originale del soggetto umano, avendo fondato un modello di vita spirituale caratterizzato, da un lato, dall’equilibrio tra il rispetto dell’individualità della persona e la reciprocità dei rapporti interpersonali e,dall’altro, dalla valutazione positiva del dolore e di ciò che è negativo nella storia personale e collettiva”.

      Nella sua ampia laudatio, il prof. Mark Borg, allora decano della Facoltà, afferma: “Chiara e i suoi seguaci hanno acceso una rivoluzione silenziosa, che non esiterei a definire ‘antropologica’ viste le conseguenze personali e sociali che essa ha operato (...). Questo stile di vita sottolinea un tipo di ‘relazione’ a cui le prospettive contemporanee di diverse discipline convergono”.

      Chiara Lubich, nella sua lectio, dopo aver ripercorso la storia e la diffusione del Movimento dei Focolari, i cardini della spiritualità di comunione, i vari dialoghi aperti in ogni campo e gli effetti prodotti dal carisma dell’unità, mostra, nella seconda parte del suo intervento, gli evidenti risvolti psicologici della spiritualità dell’unità.

      Chiara sottolinea come, per ogni essere umano, la scoperta di essere amati da Qualcuno è la base dell’autostima e dell’identità, la premessa indispensabile di ogni sicurezza psicologica, l’esperienza che dà scopo e senso alla vita. In particolare essa pone in rilievo come sia importante l’accettazione di sé, della propria storia, della propria realtà e come sia fondamentale sintonizzare la propria volontà con la Volontà trascendente. E’ in questa “sintonia” che l’uomo si autorealizza pienamente.

      Essa individua la “legge psicologica” per eccellenza nell’amare l’altro, nel trascendere se stessi per amore dell’altro, per “farsi uno” con lui, in una intensa dinamica di reciprocità. In una tale prospettiva, l’esperienza del donare se stessi, del perdere se stessi per l’affermazione dell’altro, costituisce un passaggio fondamentale per lo sviluppo integrale della persona e delle relazioni umane.

      Gli altri sono indispensabili alla mia identità, costituiscono una essenziale conferma psicologica di essa. Ma questa conferma psicologia può avere luogo soltanto nella incondizionata donazione di sé all’altro, in una reciproca relazione di amore senza limiti. Solo in una dimensione di autentica comunione con gli altri diventa possibile costruire una comunità umana all’interno della quale trovino spazio molteplicità e unità, dove cioè possano realizzarsi, nello stesso tempo, il vero Io di ciascuno e l’unità con gli altri.

      Da quel 26 febbraio 1999, cioè da un decennio esatto, ha avuto inizio un interessante percorso di riflessione e di ricerca, che in seguito ha preso il nome di Psicologia e Comunione. Questo percorso culturale si propone, innanzitutto, l’obiettivo di promuovere e sostenere un intenso e fertile dialogo fra il sapere della psicologia e la spiritualità di comunione, soprattutto attraverso i paradigmi antropologici da essa espressi.

      Lo spirito del dialogo vuole essere anche il metodo attraverso il quale Psicologia e Comunione intende far incontrare esperti provenienti da profili professionali e da “scuole di pensiero” fra loro differenti, ma interessati ad una comune visione integrale dell’uomo.

      Già due importanti convegni internazionale hanno segnato i primi passi di questa esperienza culturale. Il primo di essi, dal titolo “Verso un pieno umanesimo: orizzonti nuovi in psicologia”, ha avuto luogo nel giugno del 2002 e ha coinvolto oltre duecento partecipanti fra psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, operatori della salute mentale, provenienti da vari continenti.

      Il secondo congresso, dal titolo “La realizzazione dell’individuo nella post-modernità. Il senso di sé e l’incontro con l’altro”, che ha avuto luogo a Castel Gandolfo nel maggio dello scorso anno. A quest’ultimo convegno hanno partecipato anche diversi docenti e ricercatori di ventidue università europee.

      Sono stati presenti, fra gli altri, il prof. Gian Vittorio Caparra, preside della Facoltà di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma; il prof. Adam Biella, dell’Università Cattolica di Lublino; il prof Enrico Molinari, dell’Università Cattolica di Milano.

      Nel corso di questi dieci anni, inoltre, in diverse città d’Europa, si sono svolti numerosi incontri culturali, ispirati a Psicologia e Comunione. Questi incontri sono stati, fin dall’inizio, un fertile momento di confronto fra professionisti appartenenti a differenti ambiti operativi e a diverse matrici formative, uniti però da un medesimo spirito di dialogo e da un comune interesse per le proposte di riflessione offerte da Psicologia e Comunione.

      A questi incontri hanno partecipato anche tantissimi studenti universitari especializzandi, alcuni dei quali sono rimasti in contatto con noi per l’elaborazione delle loro tesi di laurea.

      Sulla scia degli stimoli prodotti da Psicologia e Comunione, molteplici sono stati gli eventi culturali, le conferenze, i seminari che hanno avuto luogo in molte parti del mondo. Numerosi sono stati gli articoli, i saggi e i libri, pubblicati in questi anni soprattutto in Italia, ma anche in altri paesi europei, del Sud e del Nord America.

      Possiamo affermare, senza alcuna esitazione, che dieci anni fa, da Malta, ha preso vita un vigoroso e fertile percorso culturale, del quale oggi, in qualche modo, vi stiamo “rendendo conto” e che, con tutto il cuore, vorremmo proseguisse, attraverso il vostro apporto, anche qui, nella vostra meravigliosa terra, ricca di storia e di cultura, aperta, come poche, allo spirito del dialogo e al confronto fra le diversità.  

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