alba sgarigliadi Alba Sgariglia

RISURREZIONE DI ROMA

1. Introduzione

La seconda sessione di questo Congresso pone al centro dell’attenzione dei lavori la ricerca di un modello di riferimento per la persona in relazione.
Una risposta a tale importante quesito viene offerta – ci sembra – dalla dottrina racchiusa nel carisma dell’unità di cui Chiara Lubich – fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari – è depositaria e testimone autorevole. 
Attraverso un suo scritto, intitolato Risurrezione di Roma, vorremmo oggi cercare di enucleare le linee emergenti dalla sua originale prospettiva antropologica. 

E’ – quella di Chiara – una visione dell’uomo e del mondo fondata su un modello relazionale che si può definire “trinitario”: modello che, affondando le radici nell’ottica della rivelazione cristiana, trova il proprio paradigma nell’evento-Gesù, l’Uomo-Dio.

In Lui, in virtù dell’Amore, tale modello appare totalmente realizzato. 

Gesù infatti è il “luogo” in cui il mistero di Dio e il senso dell’uomo si incontrano. E’ il “luogo” in cui si rivela e si dona in pienezza l’amore del Padre e dello Spirito e, al tempo stesso, vi è svelata in pienezza l’altissima vocazione dell’uomo, il senso fondamentale del suo esistere, il disegno d’amore tracciato da Dio, fin dall’inizio, su di lui.

Per questo in Gesù ogni uomo può ritrovare se stesso, scoprire la sua più vera identità di persona che si realizza nell’amore.

Il brano in questione risale all’ottobre 1949: una data che richiama un periodo illuminativo della storia del Movimento in cui a Chiara è dato di contemplare la realtà di Dio – per quei doni da Lui stesso riservati a quanti nella Chiesa ricoprono ruoli straordinari di fondazione – e, al tempo stesso, di contemplare il futuro sviluppo del Movimento.

Dopo quell’estate così speciale Chiara torna “nel mondo” e continua a guardare con lo stesso sguardo di Paradiso quanto la circonda, facendo emergere, potente, il disegno divino sulla città di Roma, disegno che si manifesta, al tempo stesso, come il modello archetipico di ogni città.

Dunque, per comprendere profondamente il contenuto di queste pagine, è necessario collocarci, in certo modo, in quella stessa esperienza, per avere quello sguardo d’amore che trasforma e riconduce tutto ciò che è negativo alla sua realtà più vera che è l’amore; sguardo che trasforma ogni rapporto con gli altri in un incontro della luce che vive in me con la luce che abita nell’altro, della realtà più vera di me – che è il mio essere Gesù – con la realtà più vera dell’altro, che è il suo essere Gesù.

E’ così che si dà vita e si tiene vivo il Risorto fra noi, garanzia unica, presupposto necessario perché possa risorgere ogni città e non solo, perché davvero tutto possa rinascere.

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